Esperienze minerarie ed estrattive nel territorio di Sardara: cenni storici e prospettive

Autori

  • Roberto IBBA

DOI:

https://doi.org/10.19248/ammentu.447

Abstract

Il colle del Monreale ha una forte valenza storica e simbolica per le popolazioni degli insediamenti circostanti. Frequentato fin dall’età nuragica, ha attraversato da protagonista tutte le fasi storiche dell’Isola. Ne sono testimonianza il castello, edificato tra XIII e XIV secolo, baluardo difensivo del giudicato di Arborea e poi segno tangibile del potere feudale dei Carroz di Quirra.
Nel complesso dei colli si sviluppano nel XIX secolo le attività estrattive, che hanno il loro massimo splendore nel Novecento con i filoni del Monreale e di Perda Lai. Con la crisi degli anni Settanta, che investe tutto il settore minerario, le due coltivazioni cessano la loro attività consegnandoci un grande patrimonio di archeologia industriale.
Ai piedi del Monreale sorge l’area termale di Santa Mariaquas, con il complesso di sorgenti e l’edificio ottocentesco che ingloba le terme romane. Frequentate sia in epoca romana, sia nel periodo giudicale, la storia delle terme ha il suo rilancio nel XIX secolo, quando, dopo diversi tentativi falliti, intervengono l’imprenditore Filippo Birocchi e l’ingegnere Giorgio Asproni junior. Nei primi anni del Novecento vede la luce il nuovo stabilimento termale, che passa di mano negli anni Venti ai Rodriguez e negli anni Cinquanta alla famiglia Mossa.
La valorizzazione dell’area deve essere vista nella sua complessità storica, archeologica e ambientale, con strumenti innovativi e sostenibili, come ad esempio l’istituzione di un ecomuseo o di un parco storico, culturale ed ambientale.

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Pubblicato

2022-12-31

Fascicolo

Sezione

FOCUS - Miniere dismesse e riqualificazione ambientale in Sardegna

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