Un militante antifascista in Tunisia: Velio Spano a Tunisi

Autori

  • Patrizia MANDUCHI

DOI:

https://doi.org/10.19248/ammentu.217

Parole chiave:

Tunisia, comunità italiana, emigrazione sarda in Tunisia, Velio Spano, Partito comunista tunisino

Abstract

Nella lunga e ricca storia dei rapporti intercorsi fra italiani e tunisini, un periodo di particolare interesse è quello fra la metà degli anni ’30 del XX secolo e la fine della seconda guerra mondiale, quando decine e decine di oppositori politici al regime fascista trovarono rifugio in Tunisia e organizzarono lì una rete di lotta. Il contesto in cui si trovarono a vivere e operare era quello di una Tunisia protettorato francese, già scossa da forti fermenti anticoloniali e nazionalistici (nel 1934 Habib Burghiba fonda il partito del Neo-Destur), ed il ruolo che gli italiani svolsero fu non irrilevante, sia nel settore della stampa (e della stampa di sinistra in particolare) sia nelle organizzazioni politiche e sindacali locali. In questo contesto il mio intervento si focalizzerà sulla figura di Velio Spano, nato a Teulada in Sardegna nel 1905, espatriato clandestinamente in Francia, dove entrò nell’apparato esteri del PCI, poi condannato a sei anni di reclusione dal Tribunale speciale fascista, successivamente inviato dal partito comunista in Tunisia per organizzare la resistenza. Qui rimase cinque anni, sfuggendo a ben due condanne a morte da parte dei nazisti. Proprio in Tunisia, nel 1939, sposò Nadia Gallico, che come lui farà parte della Costituente. Il rapporto fra gli italiani e francesi che operavano per il PCF e il PCI e i nazionalisti tunisini non fu sempre idilliaco, ma l’incontro fra le diverse sensibilità fu assolutamente fecondo per gli uni e per gli altri. Ne è testimonianza il fatto che nel 1941 Velio Spano riorganizzò il Partito Comunista Tunisino divenendone di fatto il principale dirigente.

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Pubblicato

2016-10-11

Fascicolo

Sezione

DOSSIER - Sardegna e Tunisia: una storia fra due sponde